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Tuesday, May 29, 2012

John O' Sullivan è arrivato a Medjugorje con un gruppo di pellegrini proveniente dalla città di Killarney, in Irlanda. Non ci sarebbe nulla di insolito in questo, se non si trattasse di un pellegrino che il 5 Aprile scorso ha compiuto 100 anni



John O' Sullivan è arrivato a Medjugorje con un gruppo di pellegrini proveniente dalla città di Killarney, in Irlanda. Non ci sarebbe nulla di insolito in questo, se non si trattasse di un pellegrino che il 5 Aprile scorso ha compiuto 100 anni. Questo è il suo nono pellegrinaggio a Medjugorje. E’ venuto per la prima volta nel 2002. Aveva saputo di questo luogo da persone che erano già stati pellegrini a Medjugorje. La salute gli fa un buon servizio e quindi, anche questa volta, è salito sia sul Podbrdo che sul Križevac, naturalmente in compagnia dagli altri pellegrini. “Avevo sentito parlare di Medjugorje ed ho deciso di venire. Non pensavo che sarebbe stato così bello. In seguito ho parlato di Medjugorje ad alcune persone. Mi sono recato anche in altri luoghi, ma amo di più venire a Medjugorje” – ha affermato John, che ci ha annunciato anche un suo prossimo pellegrinaggio. 

Monday, March 15, 2010

Medjugorje Apparizione a Mirjana 2 Marzo 2010


“Dear children, In this special time of your effort to be all the closer to my Son, to His suffering, but also to the love with which He bore it, I desire to tell you that I am with you. I will help you to triumph over errors and temptations with my grace. I will teach you love, love which wipes away all sins and makes you perfect, love which gives you the peace of my Son now and forever. Peace with you and in you, because I am the Queen of Peace. Thank you. ”
Our Lady blessed all those present and all religious items, and especially the present priests. 
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“Draga djeco! U ovom posebnom vremenu vašeg nastojanja da budete što bliže mome Sinu, Njegovoj patnji, ali i ljubavi s kojom ju je nosio, želim vam reći da sam s vama. Pomoći ću vam da pobijedite zablude i kušnje s mojom milošću. Naučit ću vas ljubavi, ljubavi koja briše sve grijehe i čini vas savršenima, ljubavi koja vam daje mir moga Sina sada i zauvijek. Mir s vama i u vama, jer ja sam Kraljica mira. Hvala vam." 
Gospa je blagoslovila sve nazočne i sve nabožne predmete, a osobito prisutne svećenike.

Thursday, February 04, 2010

Perché proprio Napoli?-«Perché amo la vostra città-! Veggente Mirjana

FotoGallery
Scamarcio
Ecco il articolo che ho ricevuto  adeso dal'Italia  come "Valido articolo su incontro di Mirjana a Napoli il 2 febbraio"
di Maria Chiara Aulisio



NAPOLI (3 febbraio) - Perché proprio Napoli? Se lo chiedono i sacerdoti e i fedeli accorsi da ogni regione per partecipare all’evento. Se lo domanda anche Nietta Nocerino, tenace e instancabile animatrice di un appuntamento sacro che ha di gran lunga superato ogni aspettativa.

Perché Mirijana ha scelto di incontrare la Madonna qui, a Ponticelli, e non a Medjugorje come sempre? «Perché amo la vostra città - risponde con dolcezza - qui ho tanti amici, il mio cuore batte con il vostro». Al Palavesuvio sono in quindicimila, raccolti in preghiera da ore; sono arrivati nella notte, almeno ottanta pullman, nessuno voleva correre il rischio di non esserci.

Qualcuno parla di segnale forte: se la veggente ha rotto gli indugi - «Sì, verrò a Napoli, e con me ci sarà la Vergine Maria» - non è certamente un caso. E non è un caso che Mirijana, nella sua testimonianza dopo l’apparizione, pronunci parole ben precise. «Dobbiamo pregare molto - dice con voce rotta dalla commozione - senza giudicare o criticare, perché questo è il tempo delle decisioni».

Quali decisioni? Tante ipotesi anche in questo caso, ma nessuna certezza, anzi una: le migliaia di persone che ieri mattina, con sobrietà e compostezza, gremivano il palazzetto dello sport di via Argine. Cinquanta sacerdoti intorno all’altare, canti e adorazioni, il rosario snocciolato decine di volte, le ostie che non bastano per tutti, poi il messaggio del cardinale Crescenzio Sepe che chiede ai fedeli di pregare «per ognuno di noi» e l’arrivo della veggente alle 8,15 in punto.

Pantaloni neri e pullover rosa, la bionda Mirijana fa il suo ingresso scortata dagli agenti di polizia - coordinati con professionalità dal vicequestore Luciano Nigro - e il suo arrivo interrompe di colpo la preghiera che si trasforma in un boato di gioia. I volontari dell’associazione «Cieli Nuovi», che dal 2005 organizza pellegrinaggi e incontri a Medjugorje, accompagnano gli ammalati nelle prime file per dare loro la possibilità di assistere meglio all’apparizione. Mirijana prende posto accanto a Nietta: intorno a lei un fitto cordone di protezione, ma i fedeli rispettano le regole e nessuno prova ad andare oltre.

Sono le 8,45 quando il silenzio cala improvviso sulla folla: la veggente si inginocchia ai piedi di una statua della Madonna e alza gli occhi al cielo. Ancora silenzio e preghiere. Poi la donna muove le labbra, annnuisce con il capo, le lacrime le scorrono sul viso, a tratti è come se tremasse fino a quando, dopo circa cinque minuti, il colloquio si interrompe e la veggente torna al suo posto.

Appare provata e affaticata, ma non perde il suo dolce sorriso e chiama a sé i bambini che la salutano dalle prime file. Intanto, arrivano gli interpreti croati, bisogna tradurre il messaggio che la Madonna in quei minuti le ha lasciato per la gente di Napoli. Solo dopo Nietta Nocerino lo leggerà ai fedeli tra applausi, emozione e commozione. La platea è talmente rapita dal volto e dalle parole di Mjriana che nessuno si accorge della presenza di due personaggi fin troppo noti: Valeria Golino e Riccardo Scamarcio.

Cappelli e grandi occhiali a coprire il volto quasi del tutto, gli attori pregano tra la folla insieme con fedeli, ma la gente continua a non riconoscerli. «Volevano venire a Medjugorje per l’apparizione di questo mese - racconta Mirijana, assolutamente inconsapevole della popolarità dei due attori - quando gli ho detto che l’avrei avuta a Napoli non hanno avuto esitazione: “Saremo lì anche noi”».

Tuesday, February 02, 2010

VIDEO _ MESSAGGIO DI OGGI 2 FEBBRAIO 2010 (Da Napoli) / Message of OUr Lady to visionary Mirjana in Napoli February the 2nd 2010

 
Messaggio dato dalla Madonna a Mirjana (Una dei veggenti di Medjugorje) il 2 febbraio 2010:
 Cari figli, con amore materno oggi vi invito ad essere un faro per tutte le anime che vagano nella tenebra della non conoscenza dell’amore di Dio. Per poter illuminare più fortemente possibile ed attirare quante più anime possibili, non permettete che le falsità che escono dalle vostre bocche facciano tacere la vostra coscienza. Siate perfetti! Io vi guido con mano materna, con mano d’amore. Vi ringrazio. "

Dear children, with maternal love today I invite you to be a lighthouse for all souls who wander in the darkness of ignorance of God's love. To be able  to illuminate the strongly as possible and attract as many souls as possible, do not let the lies that come out from your mouth silence your conscience. Be perfect! I lead you with mother's hand, with hands of love. Thank you. 
Translation from Italian by Anita Pehar 


UPDATE: I still have not received the original Croatian version of the message so I have nothing to compare with Italian version. However, here is another translation I got in my mail but I do not have the name of the translator/s . 
Dear children, with motherly love, today I call you to be a lighthouse to all souls who wander in the darkness of ignorance of God’s love. That you may shine all the brighter and draw all the more souls, do not permit the untruths which come out of your mouth to silence your conscience. Be perfect. I am leading you with my motherly hand – a hand of love. Thank you


And for translating from one foreign language to another ... should not be done (this is professional speaking in me)... God bless you all! 





Thursday, January 28, 2010

Inedito, Wojtyla pronto a dimettersi da Pontefice - IL GIORNALE

di Abdrea Tornielli

Un giorno, una delle suore in servizio nell’appartamento pontificio vide Giovanni Paolo II particolarmente affaticato e gli confidò di essere «preoccupata per Sua Santità». «Anch’io sono preoccupato per la mia santità» fu la sorridente e fulminea risposta di Papa Wojtyla. Preoccupazione infondata, ora che la causa di beatificazione si sta concludendo e presto il Pontefice polacco salirà sugli altari. Comincia con questo episodio piccolo eppure illuminante sulla personalità di Karol Wojtyla, il libro che il postulatore della causa Slawomir Oder ha scritto con il giornalista Saverio Gaeta rivelando testimonianze inedite emerse durante il processo. Il libro, Perché è santo (Rizzoli, pp. 200, 18,50 euro), è stato presentato ieri a Roma dal cardinale José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi.
Tra gli inediti più interessanti del volume da oggi in libreria, c’è un documento relativo alle dimissioni di Giovanni Paolo II, il quale, con l’approssimarsi dei 75 anni, nel 1994, fece studiare la possibilità di lasciare l’incarico anche in considerazione della malattia dalla quale era stato colpito, il morbo di Parkinson. Alla fine, «dopo aver pregato e riflettuto a lungo», consapevole che nella Chiesa «non c’è posto per un Papa emerito», Wojtyla decise di continuare, informando però il collegio cardinalizio di aver «già messo per iscritto» da tempo la sua volontà di rinunciare «nel caso di infermità che si presuma inguaribile» e che gli impedisca di esercitare le sue funzioni. All’infuori di questa ipotesi, però, scriveva, «avverto come grave obbligo di coscienza il dovere di continuare a svolgere il compito a cui Cristo Signore mi ha chiamato, fino a quando egli, nei misteriosi disegni della sua Provvidenza, vorrà».
La lettera autografa di dimissioni è datata 15 febbraio 1989 ed è significativo che sia stata scritta prima dell’insorgere del Parkinson. Il Papa dichiara di voler rinunciare all’incarico «nel caso di infermità, che si presuma inguaribile, di lunga durata, e che mi impedisca di esercitare sufficientemente le funzioni del mio ministero apostolico, ovvero nel caso che altro grave e prolungato impedimento a ciò sia parimente ostacolo», lasciando al cardinale decano, al Vicario di Roma e ai capi dicastero «la facoltà di accettare e di rendere operanti» le dimissioni.
Nel libro, che riporta il meglio delle 114 testimonianze agli atti della causa, pur omettendo i nomi di chi ha testimoniato, vengono confermati gli aspetti mistici di Giovanni Paolo II e il suo dialogo con Maria: uno dei suoi collaboratori, mentre parlavano delle apparizioni mariane, gli chiese se avesse mai visto la Madonna. La risposta del Papa fu netta: «No, non ho visto la Madonna, ma la sento». E alla luce di queste parole sono destinate a pesare le molteplici testimonianze che attestano come Wojtyla credesse alle apparizioni di Medjugorje. Nel libro si riportano, accreditandole, le parole da lui pronunciate nel 1987, durante un breve colloquio, con la veggente Mirjana Dragicevic, alla quale confidò: «Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje a confessare». Un’intenzione che trova conferma nella testimonianza del cardinale Frantisek Tomasek, arcivescovo emerito di Praga, il quale gli sentì dire che, se non fosse stato Papa, avrebbe voluto andare nel piccolo paese dell’Erzegovina per offrire aiuto nell’assistenza dei pellegrini.
Anche il rapporto mistico con Padre Pio trova nuove conferme. Un testimone, che ebbe un’udienza con Giovanni Paolo II dopo aver preso parte alla sua messa nella cappella privata, a un certo punto del colloquio «ebbe l’impressione di veder sfumare il volto del Pontefice e apparire al suo posto l’immagine benevola del volto di Padre Pio. Quando rivelò la sua esperienza al Papa, si sentì rispondere con semplicità: “Anch’io lo vedo”».
Viene fatta anche chiarezza sulle sue mortificazioni corporali alle quali Wojtyla si sottoponeva. «Era lui stesso a infliggere al proprio corpo disagi e mortificazioni… Non di rado passava la notte coricato sul nudo pavimento». Ma non si limitava a questo. Come hanno potuto sentire con le proprie orecchie alcuni membri del suo stretto entourage, «in Polonia come in Vaticano, Karol Wojtyla si flagellava. Nel suo armadio, in mezzo alle tonache, era appesa sull’attaccapanni una particolare cintura per i pantaloni, che lui utilizzava come frusta e che faceva portare sempre anche a Castel Gandolfo».
Un altro inedito reso noto è il testo di una «lettera aperta» ad Ali Agca, con parole di perdono, che il Papa avrebbe voluto leggere durante l’udienza generale del 21 ottobre 1981. Come pure la segnalazione da parte dei servizi segreti italiani al Vaticano, di un progetto di sequestro del Papa da parte delle Brigate rosse, che giunse Oltretevere poco prima dell’attentato di Agca e per questo, appena colpito, il Papa disse al suo segretario: «Come per Bachelet», riferendosi al vicepresidente del Csm assassinato a Roma dai brigatisti nel febbraio 1980. Non manca infine una testimonianza relativa alla politica che coinvolge la Lega Nord. Giovanni Paolo II guardava infatti con particolare preoccupazione alle spinte secessionistiche che minavano l’unità del Paese.
Come ha raccontato un testimone diretto di quei giorni: «Ricordo ancora vivamente lo sconcerto del Papa nell’estate del 1996, quando la Lega Nord andò alle fonti del fiume Po. Sentiva questo gesto come un crimine contro l’unità del Paese e mi chiedeva perché non intervenivano i carabinieri e il presidente della Repubblica non facesse nulla. Aveva ben presente il bene prezioso che l’Italia rappresentava anche per la Santa Sede e per il Papa. A questa convinzione si deve anche la decisione di unire nella persona del vicario di Roma la carica di presidente della Conferenza episcopale italiana».

Cilic: "Arrivo da Medjugorje e credo nei miracoli"


Il croato in semifinale agli Australian Open: «Il mio tennis non è solo forza»
STEFANO SEMERARO /la Stampa/

MELBOURNE
Marin Cilic, l'uomo nuovissimo del tennis mondiale, ha 21 anni, viene dalla mistica Medjugorje, si allena a Sanremo, e lo manda Ivanisevic. Stesso fisico, stesso coach del campione di Wimbledon 2001 - l'australiano Bob Brett, specializzato in croati, che fu anche il pigmalione di Becker - ma carattere e braccio (destro, non mancino) opposto a Cavallo Pazzo. «Marin è un tipo calmissimo: sembra un vigile che dirige il traffico sulla linea di fondo», dice di lui Andy Roddick, che ieri ci ha perso nei quarti a Melbourne. «Al primo set e al quinto aveva sempre la stessa espressione. E nel gioco mi ricorda Agassi». Un Agassi lungo 198 cm: stessa altezza e stessa età di Del Potro, il vincitore degli ultimi Us Open. I prototipi del tennista del futuro? «Essere alti e servire forte aiuta», spiega Marin, ragazzino gentile, educatissimo e affilato, quasi bidimensionale nei suoi 82 chili. «Ma non basta per vincere. Io, Del Potro, Querrey sappiamo anche muoverci con grande agilità. Sappiamo rispondere bene, non solo picchiare il servizio. E abbiamo talento: per questo sorprendiamo gli avversari».

Lei li sorprende anche con una freddezza da veterano: qui ha vinto tre volte al quinto set, ed è stato in campo più di tutti, oltre 18 ore, quasi il doppio del suo prossimo avversario Andy Murray.
«Sono tranquillo di natura, non faccio sforzi: Goran diceva di avere tre personalità, a me ne basta una. È una qualità che in campo aiuta molto. Quando me la vedo brutta mi concentro sul mio gioco e non penso al punteggio. Però tutti questi match così lunghi sono stati stancanti, e anche il prossimo con Murray richiederà molte energie. Vediamo se sarò capace di sopravvivere anche a quello...».

Parliamo di Sanremo: quando ci è arrivato?
«Nel 2004. Ivanisevic mi aveva segnalato a Bob Brett, che aveva già allenato lui e Mario Ancic e ha un'accademia lì. Rimasi una settimana, poi vinsi gli europei U16 a Orbetello. Bob capì che ero un bravo ragazzo e avevo stoffa, e mi tenne con lui».

Dell'Italia cosa le piace?
«Tante cose. Il club dove ha l'accademia Bob, il Solaro, è un posto tranquillo, come piace a me. Il calcio: la mia squadra preferita è il Milan, e in una vita futura mi piacerebbe essere un calciatore. Quello per cui tifo Milan è Boban, con cui ho palleggiato tante volte a Zagabria da ragazzino, bravissimo anche con la racchetta. Poi il cibo, a Sanremo vivo con mia madre e mangio soprattutto la pasta e l'agnello che cucina lei».

Primi ricordi tennistici?
«Un'esibizione fra Muster e Ivanisevic vicino a casa mia. E la prima finale persa da Goran a Londra, nel '98: che tristezza. A 14 anni mi sono ritrovato ad allenarmi con l'eroe che aveva appena vinto Wimbledon: un sogno. Goran è stato importantissimo per me, mi ha sempre aiutato».

Come Bob Brett...
«Bob sa guidarmi in ogni dettaglio. Conosce il tennis alla perfezione. Ascoltando le sue storie ho capito che Goran era veramente matto!».

Infine c'è Mile, il minore dei suoi tre fratelli.
«Ha 15 anni, gioca anche lui a tennis, ogni tanto viene a Sanremo, anche se nei tornei mi accompagna il mio fratello maggiore. Una volta persi tre match di fila e per scherzo gli chiesi un consiglio. Mi rispose: okay, ma devi pagarmi».

Sveglio il fratellino. Fuori dal tennis cosa le piace?
«Vado al cinema, sto con gli amici. Poi dormo molto e cerco di migliorare il mio italiano».

Lei è nato a Medjugorje, in Bosnia, ma gioca per la Croazia: come mai?
«Ho sempre avuto il passaporto croato, la mia famiglia viene da lì. A 14 anni mi sono trasferito a Zagabria per allenarmi meglio, e quando ho dovuto scegliere per chi giocare non ho esitato».

Medjugorje nel mondo è famosa soprattutto per le apparizioni della Madonna. Lei è religioso?
«Sì, sono cattolico, mio padre e mia madre mi hanno cresciuto così, come del resto tutti».

Crede anche alle apparizioni della Madonna?
«Ovvio che sì. Ho anche parlato con le persone a cui è apparsa. Sono persone pure di cuore. Se li conosci capisci che i miracoli possono accadere».

Saturday, January 02, 2010

Appariton to Mirjana January 02, 2010 - Video and Message



Cari figli, oggi vi invito a venire con me con totale fiducia, perché io desidero farvi conoscere mio Figlio. Non abbiate paura, figli miei. Io sono con voi, sono accanto a voi. Vi mostro la strada come perdonare voi stessi, perdonare gli altri e, con pentimento sincero nel cuore, inginocchiarvi davanti al Padre. Fate sì che muoia in voi tutto ciò che vi impedisce di amare e salvare, di essere con Lui e in Lui. Decidetevi per un nuovo inizio, l’inizio dell’amore sincero di Dio stesso. Vi ringrazio.

Dear children, Today I am calling you to, with complete trust and love, set out with me, because I desire to acquaint you with my Son. Do not be afraid, my children, I am here with you, I am next to you. I am showing you the way to forgive yourselves, to forgive others, and, with sincere repentance of heart, to kneel before the Father. Make everything die in you that hinders you from loving and serving – that you may be with him and in him. Decide for a new beginning, a beginning of sincere love of God himself. Thank you. January 2, 2010

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