Solo un clero «fedele» e saldo davanti «alle lusinghe del Maligno» può far uscire la Chiesa dalla crisi-pedofilia che sta travolgendo il mondo cattolico. A Fatima Benedetto XVI consacra solennemente i preti alla Madonna e durante i vespri nella chiesa della Trinità affida al cielo il sacerdozio minacciato dal «terrificante» scandalo degli abusi.
«La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’altare, deve essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore - ammonisce il Pontefice -. In quest’anno sacerdotale scenda sui sacerdoti una grazia abbondante perché vivano la gioia della consacrazione e testimonino la fedeltà sacerdotale fondata sulla fedeltà di Cristo».
E’ dalla purificazione, infatti, che inizia la risalita. L’invocazione di Joseph Ratzinger risuona nei placidi luoghi delle apparizioni mariane come un monito ancora più duro. «Quanto grande è oggi il bisogno della testimonianza dei sacerdoti - avverte il Papa -. Molti dei nostri fratelli vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza eterna. Gli uomini sono chiamati ad aderire alla conoscenza e all'amore di Dio e la Chiesa ha la missione di aiutarli in questa vocazione». «La Chiesa si rinnovi e torni la calma dopo la tempesta». Davanti alla statua di Fatima, Benedetto ringrazia la Vergine per aver salvato Wojtyla dalla pallottola di Agca. Portando «le sofferenze dell’umanità ferita» si definisce «un figlio in visita a sua madre» e prega per la purificazione del clero.
Alle diocesi e agli ordini religiosi il Pontefice chiede una «particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali». Il Concilio Vaticano II ha evitato «vicoli ciechi ed errori» e ora ai fedeli spetta la difesa delle proprie radici culturali e spirituali. Sull’aereo che martedì lo ha portato in Portogallo, Benedetto XVI ha inserito i crimini dei preti pedofili tra le sofferenze della Chiesa annunciate dalla Madonna ai tre pastorelli e ieri, proprio a Fatima, ha tracciato la condanna inequivocabile della condotta immorale del clero, stigmatizzando il «fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo». Il Pontefice affida ai vescovi e a tutti i sacerdoti il compito di vigilare su chi tradisce il proprio dovere di fronte a Dio e all'umanità. «E' il momento di assumere il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a restare in piedi», scandisce nel silenzio generale di una platea consapevole della gravità del momento e della delicatezza delle parole pronunciate. Controllo nelle comunità e prevenzione anti-abusi nei seminari.
Il Papa si rivolge in particolare ai giovani che si preparano a diventare preti. I seminaristi vanno incoraggiati a «verificare bene le intenzioni e le motivazioni, dedicandosi con animo forte e spirito generoso alla formazione». Il compito è troppo gravoso per le sole forze umane, perciò Benedetto XVI trasforma la sua lucida analisi in preghiera a Dio affinché «la Chiesa possa essere rinnovata da sacerdoti santi trasfigurati dalla grazia di colui cha fa nuove tutte le cose». Ai preti trasmette un appello accorato: «Non venite mai meno alla vocazione a non cedere ai nostri egoismi alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del Maligno». La «tolleranza zero» di Benedetto XVI contro la pedofilia è obbligatoria per gli episcopati nazionali (rimozione immediata del sacerdote, denuncia alle autorità civili, rapida riduzione allo stato laicale, abolizione nel diritto canonico della prescrizione per gli abusi sessuali sui minori). A conclusione della giornata, il cardinale Bertone ha celebrato un’affollata messa alla spianata del Santuario. «Nella Chiesa ci sono forze potenti che non vogliono la verità sugli abusi - commenta l’arcivescovo di Dublino, Martin -. Norme severe a protezione dell’infanzia non sono ancora applicate con rigore».
© Copyright La Stampa, 13 maggio 2010 consultabile online anche qui.
«La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’altare, deve essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore - ammonisce il Pontefice -. In quest’anno sacerdotale scenda sui sacerdoti una grazia abbondante perché vivano la gioia della consacrazione e testimonino la fedeltà sacerdotale fondata sulla fedeltà di Cristo».
E’ dalla purificazione, infatti, che inizia la risalita. L’invocazione di Joseph Ratzinger risuona nei placidi luoghi delle apparizioni mariane come un monito ancora più duro. «Quanto grande è oggi il bisogno della testimonianza dei sacerdoti - avverte il Papa -. Molti dei nostri fratelli vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza eterna. Gli uomini sono chiamati ad aderire alla conoscenza e all'amore di Dio e la Chiesa ha la missione di aiutarli in questa vocazione». «La Chiesa si rinnovi e torni la calma dopo la tempesta». Davanti alla statua di Fatima, Benedetto ringrazia la Vergine per aver salvato Wojtyla dalla pallottola di Agca. Portando «le sofferenze dell’umanità ferita» si definisce «un figlio in visita a sua madre» e prega per la purificazione del clero.
Alle diocesi e agli ordini religiosi il Pontefice chiede una «particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali». Il Concilio Vaticano II ha evitato «vicoli ciechi ed errori» e ora ai fedeli spetta la difesa delle proprie radici culturali e spirituali. Sull’aereo che martedì lo ha portato in Portogallo, Benedetto XVI ha inserito i crimini dei preti pedofili tra le sofferenze della Chiesa annunciate dalla Madonna ai tre pastorelli e ieri, proprio a Fatima, ha tracciato la condanna inequivocabile della condotta immorale del clero, stigmatizzando il «fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo». Il Pontefice affida ai vescovi e a tutti i sacerdoti il compito di vigilare su chi tradisce il proprio dovere di fronte a Dio e all'umanità. «E' il momento di assumere il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a restare in piedi», scandisce nel silenzio generale di una platea consapevole della gravità del momento e della delicatezza delle parole pronunciate. Controllo nelle comunità e prevenzione anti-abusi nei seminari.
Il Papa si rivolge in particolare ai giovani che si preparano a diventare preti. I seminaristi vanno incoraggiati a «verificare bene le intenzioni e le motivazioni, dedicandosi con animo forte e spirito generoso alla formazione». Il compito è troppo gravoso per le sole forze umane, perciò Benedetto XVI trasforma la sua lucida analisi in preghiera a Dio affinché «la Chiesa possa essere rinnovata da sacerdoti santi trasfigurati dalla grazia di colui cha fa nuove tutte le cose». Ai preti trasmette un appello accorato: «Non venite mai meno alla vocazione a non cedere ai nostri egoismi alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del Maligno». La «tolleranza zero» di Benedetto XVI contro la pedofilia è obbligatoria per gli episcopati nazionali (rimozione immediata del sacerdote, denuncia alle autorità civili, rapida riduzione allo stato laicale, abolizione nel diritto canonico della prescrizione per gli abusi sessuali sui minori). A conclusione della giornata, il cardinale Bertone ha celebrato un’affollata messa alla spianata del Santuario. «Nella Chiesa ci sono forze potenti che non vogliono la verità sugli abusi - commenta l’arcivescovo di Dublino, Martin -. Norme severe a protezione dell’infanzia non sono ancora applicate con rigore».
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