La Congregazione per la dottrina della fede guidata dal cardinale statunitense William Joseph Levada ha pronte le nuove procedure da adottare nei casi di abuso sessuale su minori a opera di persone con i sacri ordini. Secondo fonti vaticane, confermate ieri anche dal vaticanista statunitense John Allen sul National Catholic Reporter, le norme dovrebbero entrare in vigore entro il mese di luglio. Trattandosi di cambiamenti a uso interno non è previsto nessun annuncio ufficiale. Dal Vaticano fanno sapere che non si tratta di stravolgimenti drammatici delle procedure adottate fino a oggi. E questa è anche la tesi di John Allen, che scrive: “Le revisioni sono in gran parte il consolidamento di pratiche già esistenti e non invece un approccio nuovo al modo con cui i casi di abuso vengono trattati”.
Di certo c’è che di nuove disposizioni si tratta. E quindi, come tali, cambiamenti nella prassi adottata fino a oggi ne porteranno. E’ prevista anzitutto una revisione di alcuni articoli del motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” che dal 2001 regola i “delicta graviora” e cioè quei delitti commessi contro l’eucaristia, contro la santità del sacramento della penitenza e contro il sesto comandamento (“non commettere atti impuri”) di un chierico con un minore di diciotto anni.
L’intenzione di Levada e dell’ufficio disciplinare della Dottrina della fede, guidato da monsignor Charles J. Scicluna, è quello di codificare quanto già per prassi avviene dal 2003, da quando l’allora cardinale Joseph Ratzinger concedette alcune “eccezioni” – chiamate “speciali facoltà”– al motu proprio del 2001: nei casi più gravi e laddove le prove sono schiaccianti, il Papa può direttamente ridurre il colpevole allo stato laicale senza passare per un processo canonico; nel caso di abusi sessuali su minori da parte dei preti si deve sempre seguire la legge civile per quanto riguarda la denuncia dei crimini alle appropriate autorità.
Oltre alla codificazione di queste norme già in uso, sono due le novità importanti. La prima riguarda la prescrizione: dal 2001 è stata introdotta una prescrizione di dieci anni per i delitti più gravi. In base a queste norme nei casi di abuso sessuale il decennio incomincia a decorrere dal giorno in cui il minore compie i diciotto anni. Con le nuove norme si vuole arrivare all’imprescrittibilità dei “delicta graviora”. La seconda novità riguarda quei sacerdoti che vengono scoperti in possesso di materiale pedopornografico. I loro casi saranno giudicati come “una grave offesa” dal Vaticano e saranno anch’essi trattati direttamente dalla Dottrina della fede.
La stampa americana è in fermento e da tempo attende segnali di discontinuità dal Vaticano rispetto alla modalità tramite la quale fino a oggi sono stati trattati i casi di abusi. Venerdì scorso un lungo reportage uscito sul New York Times non è stato ignorato dalla Santa Sede. In particolare, ha colpito che la notizia di un vertice segreto avvenuto nel 2000 tra Ratzinger e i vescovi delle nazioni anglofone più colpite dagli scandali di pedofilia sia stata confermata da monsignor Geoffrey Robinson, arcivescovo emerito di Sidney. A suo dire, infatti, Ratzinger “impiegò molto più tempo a riconoscere il problema degli abusi sessuali, rispetto a quel che fecero alcuni vescovi locali”. Che un alto prelato confermi certe notizie viene letto in Vaticano come un segnale che anche nel vasto mondo della chiesa anglosassone c’è chi, ai più alti livelli, attende risposte più forti da oltre Tevere. O comunque attende un segnale.
Ma il Vaticano non vuole cedere a facili allarmismi. E, infatti, in via ufficiosa, cerca di spiegare che le nuove norme sono degli aggiustamenti e non degli stravolgimenti. La paura d’essere travolti dagli eventi è grande. Il caso del Belgio ha destato molta impressione e nessuno vuole che la linea della trasparenza porti il ripetersi di episodi dolorosi come è stata la perquisizione delle tombe di due cardinali a Mechelen. Perquisizioni che ieri hanno avuto un’ulteriore coda drammatica: il cardinale Godfried Danneels, ex primate del Belgio, è stato interrogato dalla polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi commessi dai sacerdoti e sul ritrovamento di materiali, rinvenuti in arcivescovado, relativi al “mostro di Marcinelle”, il pedofilo Marc Dutroux, all’ergastolo per aver rapito, sequestrato e violentato sei ragazzine, uccidendone quattro.
Pubblicato sul Foglio mercoledì 7 luglio 2010
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