Sto davanti a voi oggi, cari fratelli e sorelle, non senza trepidazione, ma pieno di sentimenti di profonda gratitudine e di filiale devozione verso Dio per le sue meravigliose opere. Per questo motivo, faccio mie, le parole del salmista: “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza ed invocherò il nome del Signore” (Sal 116,12-13). Tutto quello che sono e che possiedo, riconosco umilmente, sono doni grandi di Dio: in primo luogo la vita, che mi hanno trasmesso i miei genitori; poi la grazia della fede ricevuta nel battesimo, corroborata dall’Eucaristia e confermata nella Cresima, tutti sacramenti della Chiesa ricevuti dalle mani di sacerdoti e vescovi a me molto cari. Penso in particolare al dono inestimabile del sacerdozio che mi è stato conferito per l’imposizione delle mani del Vescovo Mons. Pavao Žanić in questa stessa cattedrale di Maria SS.ma Madre della Chiesa 23 anni fa assieme ai miei colleghi.
Riconosco che non potrò mai ringraziare Dio sufficientemente per tanti doni e grazie ricevuti. Pertanto, in quest’occasione solenne ringrazio Iddio con cuore sincero. Alzando il calice della salvezza in quest’Eucaristia e invocando il nome del Signore, ripeto di nuovo con il salmista: “Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo Nome dà gloria: a motivo della tua misericordia e per la tua fedelta’” (Sal 115,1).
Che questo evento sacramentale della pienezza dell’ordine sacro sia a gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo! Che sia in questo “Anno sacerdotale” una comune preghiera rivolta al “Padrone della messe” affinchè mandi operai nella sua vigna e questa Chiesa locale e particolare, come pure l’intera Chiesa, possa avere la gioia di nuove vocazioni al sacerdozio e anche alla vita consacrata. Auspico altresì che questo evento liturgico della mia Ordinazione episcopale possa essere segno di sempre più cordiale comunione tra le nostre attuali diocesi dell’Erzegovina assieme con la storica di Sarsenterum, come anche in tutta la Chiesa Croata, sia nella patria che all’estero. Sia soprattutto segno e vincolo di comunione con la Chiesa universale, guidata dal nostro amato Papa Benedetto XVI, il Vicario di Cristo sulla terra, il Successore di Pietro, felicemente regnante, il Quale mi ha benevolemente dimostrato la Sua grande fiducia con questa nomina di cui Gli sono profondamente grato. Cari amici, se per me è una gioia essere Vescovo della Chiesa Cattolica e Ambasciatore del Papa, al tempo stesso è anche una grande responsabilità. Pertanto vi chiedo di pregare per me e con me, affinché io possa compiere la missione affidattami dalla Chiesa con ulmità e fedeltà.
Che questo evento sacramentale della pienezza dell’ordine sacro sia a gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo! Che sia in questo “Anno sacerdotale” una comune preghiera rivolta al “Padrone della messe” affinchè mandi operai nella sua vigna e questa Chiesa locale e particolare, come pure l’intera Chiesa, possa avere la gioia di nuove vocazioni al sacerdozio e anche alla vita consacrata. Auspico altresì che questo evento liturgico della mia Ordinazione episcopale possa essere segno di sempre più cordiale comunione tra le nostre attuali diocesi dell’Erzegovina assieme con la storica di Sarsenterum, come anche in tutta la Chiesa Croata, sia nella patria che all’estero. Sia soprattutto segno e vincolo di comunione con la Chiesa universale, guidata dal nostro amato Papa Benedetto XVI, il Vicario di Cristo sulla terra, il Successore di Pietro, felicemente regnante, il Quale mi ha benevolemente dimostrato la Sua grande fiducia con questa nomina di cui Gli sono profondamente grato. Cari amici, se per me è una gioia essere Vescovo della Chiesa Cattolica e Ambasciatore del Papa, al tempo stesso è anche una grande responsabilità. Pertanto vi chiedo di pregare per me e con me, affinché io possa compiere la missione affidattami dalla Chiesa con ulmità e fedeltà.
Ringrazio sentitamente Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, il Quale ha voluto essere presente oggi a Mostar per conferirmi l’Ordinazione episcopale. La sua presenza, Eminenza Reverendissima, onora la nostra Chiesa locale come anche l’intera Chiesa e tutto il popolo Croato. I Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici qui presenti chiedono a Vostra Eminenza di voler trasmettere al Santo Padre le espressioni più sincere della nostra filiale devozione e del nostro profondo affetto.
Vorrei ringraziare il Vescovo diocesano, Mons. Ratko Perić, e i confratelli sacerdoti delle nostre diocesi dell’Erzegovina, i religiosi e le religiose, i fedeli laici come anche tutte le persone di buona volontà, che si sono generosamente impegnate nell’organizzazione dell’odierna celebrazione per renderla il più dignitosa e solenne possibile. Ringrazio a tutti voi, cari fratelli e sorelle, venuti da vicino e da lontano, per la vostra gradita partecipazione, per l’amicizia e il sostegno nella preghiera.
Il mio orante auspicio è che questo solenne evento ecclesiale susciti in tutti noi un autentico desiderio di unità nell’amore per Dio che sempre unisce; rafforzi la solidarietà e la fraterna comunione nell’impegno per il bene comune, che diventa segno di amore verso l’umanità; intensifichi la generosa collaborazione in favore della promozione della giustizia e della pace nella società, che si trasforma in segno di autentico amore verso la patria.
Cristo ci liberò con il suo sacrificio sulla croce e la sua risurrezione dai morti, per una libertà responsabile, e ci ha resi capaci di vivere come liberi figli di Dio “a condurre una vita degna della vocazione alla quale siamo chiamati” (Ef 4,1), e “di servirlo senza timore” (Lc 1,74), nella gioia e nella fedeltà, in modo che ci trovi vigilanti nella preghiera e inneggianti nel dare lode a Lui.
Con questi pensieri e animato da queste supreme certezze, chiedo al Signore di accompagnarvi, oggi e sempre con la sua benedizione! (kta)
Vorrei ringraziare il Vescovo diocesano, Mons. Ratko Perić, e i confratelli sacerdoti delle nostre diocesi dell’Erzegovina, i religiosi e le religiose, i fedeli laici come anche tutte le persone di buona volontà, che si sono generosamente impegnate nell’organizzazione dell’odierna celebrazione per renderla il più dignitosa e solenne possibile. Ringrazio a tutti voi, cari fratelli e sorelle, venuti da vicino e da lontano, per la vostra gradita partecipazione, per l’amicizia e il sostegno nella preghiera.
Il mio orante auspicio è che questo solenne evento ecclesiale susciti in tutti noi un autentico desiderio di unità nell’amore per Dio che sempre unisce; rafforzi la solidarietà e la fraterna comunione nell’impegno per il bene comune, che diventa segno di amore verso l’umanità; intensifichi la generosa collaborazione in favore della promozione della giustizia e della pace nella società, che si trasforma in segno di autentico amore verso la patria.
Cristo ci liberò con il suo sacrificio sulla croce e la sua risurrezione dai morti, per una libertà responsabile, e ci ha resi capaci di vivere come liberi figli di Dio “a condurre una vita degna della vocazione alla quale siamo chiamati” (Ef 4,1), e “di servirlo senza timore” (Lc 1,74), nella gioia e nella fedeltà, in modo che ci trovi vigilanti nella preghiera e inneggianti nel dare lode a Lui.
Con questi pensieri e animato da queste supreme certezze, chiedo al Signore di accompagnarvi, oggi e sempre con la sua benedizione! (kta)